È uno dei 4 peasi della Valle del Nisi, piccolo torrente da cui si può pensare prenda il nome che, in realtà gli fu attribuito da Garibaldi in persona (come il nome della sua città natale) durante la sua visita nella famosa spedizione che unì l'Italia.

Chiamata San Ferdinando fino al 1860 quando con Regio Decreto 1218 dell’11 maggio 1863, emanato dal re d’Italia Vittorio Emanuele II, cambia nome e diventa Nizza di Sicilia in onore dell’Eroe dei due Mondi Giuseppe Garibaldi, il quale già l’aveva così chiamata nel 1860 in una sua ricevuta rilasciata a una delegazione di sanferdinandesi, che gli aveva consegnato un contributo in denaro per la causa nazionale.
Precedentemente il Re e la Regina di Sicilia Martino I e Maria, nel 1392, concedono il casale e il castello di Fiumedinisi a Tommaso Romano Colonna per aver ridotto alla loro ubbidienza la città di Messina. Questi, per i servigi resi alla Corona, possiederà anche il territorio che va dal torrente Fiumedinisi a S.Alessio. Egli cedette fin dal 1408 al figlio Filippo la baronia di Fiumedinisi che comprende il territorio tra il torrente omonimo e l’odierno torrente Allume. Il tratto di riviera compreso tra questi due torrenti è la cosiddetta marina di Fiumedinisi. Questa manterrà il nome fino al 1613, anno in cui la vedova di Antonino Romano Colonna, duca di Fiumedinisi sposa Giovanni La Rocca, proprietario di Lumera o Allumera. Con tale matrimonio quella parte della marina di Fiumedinisi che si estende all’odierno castello d’Alcontres al torrente Allume diventa Marina di Roccalumera. La parte invece che va dal castello al torrente Fiumedinisi manterrà ancora per oltre 200 anni la denominazione di Marina di Fiumedinisi.

TRADIZIONI e CURIOSITÀ
Il Santo patrono del paese è San Giuseppe ma la cittadinanza è da sempre molto devota a Maria Immacolata, tradizionalmente protettrice dei pescatori, alla quale è dedicata ogni anno una festa molto sentita che ogni 4 anni si trasforma in “Festa Ranni” (Festa grande) che si celebra in estate con la classica processione a mare in segno di benedizione del mare e delle barche affinchè porti buon pescato. Molto suggestiva e toccante è la canzone secolare (“i dudici stiddi”) che i nizzardi hanno inventato per Maria e intonano ad ogni occasione. “Ch’é ranni stu mari, è chinu di pisci! – cantano in coro – Maria ni lu bunnisci pi tutta l’eternità!” – “Quant’è grande questo mare, è pieno di pesci… Maria lo benedici per tutta l’eternità”.










