La Sicilia è stata da sempre una terra strategica, un crocevia di culture: dai Greci agli Arabi, dalla dominazione Spagnola a quella Normanna. Queste culture, diverse fra di loro, hanno lasciato la loro impronta e ne mantengono la loro pluralità nel linguaggio, nelle tradizioni, nella cucina, nell’arte e nelle strutture architettoniche.


Dal Teatro Greco di Taormina alle Torri Saracene, dalle chiese Normanne alle Mummie di Savoca. Esplora i dintorni e preparati a fare un viaggio meraviglioso attraverso più di 2000 anni di storia!
Giardini Naxos
Giardini Naxos ospita alcuni dei monumenti più interessanti della Sicilia. Simbolo di questa località situata nella parte orientale della Sicilia è la Nike. Realizzata da Carmelo Mendola nel 1965, simboleggia il gemellaggio con Calcide Eubea.
Da visitare assolutamente il Castello di Schisò, che dopo essere stato abitato nel periodo normanno e in quello spagnolo, oggi è disabitato e fa parte del complesso archeologico di Giardini Naxos. Il sito archeologico conserva i resti di edifici civili e religiosi risalenti al periodo romano e greco.
Simbolo del gemellaggio con le isole Cicladi è la Porta di Naxos, realizzata nel 2000, e la bellissima sfinge.
I resti dell’antica città di Naxos si trovano a Capo Schisò: gli scavi hanno portato alla luce molte interessanti informazioni su quello che era la località ai tempi del V secolo a. C. È stato rinvenuto anche un santuario molto importante – probabilmente dedicato ad Afrodite – in cui è stata scoperta una costruzione ancora più antica.


Taormina
Taormina è uno scrigno di tesori che vale la pena visitare almeno una volta nella vita; è una delle tappe da non perdere nel vostro viaggio alla scoperta dei paesi più belli della Sicilia. Il suo spettacolare teatro greco-romano (ospita ogni estate il famoso festival del cinema e gli spettacoli del cartellone Taormina-arte), le sue viuzze, le sue piazze, le chiese, le naumachie, le bellissime spiagge, l’isola Bella, i suoi locali alla moda, i musei, le antiche torri sono solo qualche motivo per raggiungere la città della provincia di Messina.
Duomo di Taormina
Non perdete una visita alla cattedrale della città dedicata a San Nicola, si trova nell’omonima piazza all’estremità di Corso Umberto. La chiesa è caratterizzata da una facciata medievale e da un bellissimo portone in stile barocco.
Villa Comunale
Un meraviglioso angolo di pace in città che era originariamente il parco dell’abitazione di Lady Florence Trevelyan. Il parco fu realizzato come un tipico giardino all’inglese in cui furono collocate molte specie di piante rare.
Palazzo Corvaja
Il Palazzo Corvaja era la sede del parlamento siciliano nel corso del ‘400 e sorse sui resti di un antico foro romano della città. Oggi il palazzo ospita il Museo Siciliano di Arte e Tradizioni Popolari.
Odeon di Taormina
Si tratta di un’antica architettura romana su cui furono costruite diverse strutture. Probabilmente venne costruito su un più antico tempio greco nascosto dalla Chiesa di Santa Caterina che risale al XVII secolo. La cavea è divisa in cinque settori ed è circondata da una galleria in mattoni.
Naumachie
Si tratta di una grande costruzione formata da un muro in mattoni rossi realizzata in epoca romana. Non si conosce l’utilizzo originale della struttura che è un grande ninfeo con delle nicchie.


Savoca
Amato da molti e conosciuto da pochi, Savoca, piccolo borgo del messinese, accoglie i suoi visitatori con uno dei più celebri fotogrammi viventi del cinema americano di Francis Ford Coppola, all’imbocco del paese il settecentesco Palazzo Trimarchi rivela ancora l’insegna del celebre Bar Vitelli dove Michael Corleone ne Il Padrino parlò con il padre della futura moglie Apollonia Vitelli. Il Comune infatti conserva ancora oggi molte costruzioni che ricordano le origini medioevali ed il periodo rinascimentale, lungo le strette vie del centro storico edifici barocchi si alternano a costruzioni rurali d’inizio novecento, nell’aria frizzante degli agrumeti, all’ombra del mandorlo le terrazze naturali lasciano intravedere il mare che accarezza le coste.
I sette quartieri del centro storico racchiudono un numero incredibile di costruzioni civili e religiose, tra i luoghi d’interesse vanno ricordati i ruderi del Castello di Pentefur, appartenuto ai leggendari fondatori di Savoca, la Chiesa di Santa Maria in Cielo Assunta e la sua Cripta dove venivano effettuate le mummificazioni, i resti delle mura e l’antica Porta della Città.
Entrata a far parte del club “I Borghi più belli d’Italia“, resa celebra dal perfetto mix di suggestioni artistiche e naturali, dall’incontro tra la storia della civiltà e la storia del cinema.
Convento dei Cappuccini: al cui interno sono custodite le famose Mummie di Savoca.
Chiesa Madre del XII secolo Chiesa edificata, su una preesistente struttura, verso il 1130, durante il regno del Re Ruggero II di Sicilia.
Chiesa di San Nicolò Edificata nel XIII secolo e, come testimonia un antico documento datato 1308, vi officiarono la Divina Liturgia numerosi cappellani greci. Antico palazzo della Curia e antico Carcere (XIV secolo) A testimonianza dell’antico Palazzo della Curia, sito in via San Michele, addossato alle mura cittadine proprio accanto alla porta della città; rimane ben poco, solo le pietre angolari. Sul sito in questione si trova l’edificio dell’ex ufficio di collocamento, che ospita una rivendita di vino e prodotti tipici siciliani.
Sinagoga di Savoca Le rovine di quella che, durante il Medioevo, fu la sinagoga dei giudei di Savoca, si trovano a pochi passi dalla Chiesa di San Michele e dal trecentesco Palazzo della Curia (oggi ex Ufficio di Collocamento), proprio alle pendici dell’altura ove sorge il Castello di Pentefur.
Museo Storico Etnoantropologico di Savoca “Unico nel suo genere” in quanto offre al visitatore la possibilità di apprezzare su due distinti piani di esposizione, la cultura popolare e la storia locale.
I PALAZZI NOBILIARI
Palazzo Trimarchi – Bar Vitelli (XVIII secolo). Antico palazzotto nobiliare a due elevazioni fuori terra ed un piano seminterrato adibito a cantina; presenta uno stile neoclassico siciliano ed è situato in Piazza Fossìa, nel quartiere del Borgo, vicino al Municipio.
Palazzo Salvadore, del XVII secolo, versa in ottimo stato e conserva il pregevole portale ad arco in pietra arenaria, è ubicato tra via San Michele e via Chiesa Madre. Palazzo Crisafulli, in Via San Michele, ricostruzione del precedente.
Palazzo Scarcella, del XVII secolo, che, nonostante sia semi crollato, conserva ancora un elegante balconcino sorretto da tre mensole di pietra finemente lavorate.
Palazzo della famiglia Toscano, nel Quartiere Cappuccini.


Castemola
Castemola è un piccolo paese medievale della Sicilia che rientra nella provincia di Messina e che fa parte del prestigioso “club” dei borghi più belli d’Italia.
Le Chiese e le Piazze di Castelmola
Il centro storico di Castelmola è molto suggestivo grazie al suo impianto urbanistico medievale perfettamente conservato, fatto di pittoreschi vicoli stretti, piccole piazze ed antiche chiesette.
Piazza Sant’Antonio
Costruita nel 1954, la piazza è il belvedere sulla sottostante Taormina. Presenta una pavimentazione a mosaico in pietra bianca e lavica, e marciapiedi alberati dove sono collocati sedili in pietra. Defilato sulla destra, si trova l’antico arco che segna l’ingresso del paese.
Castello di Mola
Della fortificazione denominata castello di Mola restano i ruderi delle poderose mura normanne, e non è possibile stabilire con esattezza l’epoca di costruzione. L’unico elemento certo, in merito all’edificazione di quest’opera difensiva, proviene dalla dicitura greco bizantina del X secolo, incisa nella lapide marmorea posta sulla facciata del duomo, che recita: “questo castello fu costruito sotto Costantino, patrizio e stratega di Sicilia”.


Letojanni
Cuore della città è sicuramente piazza Durante, intitolata a una delle personalità più note di Letojanni, Francesco Durante, chirurgo ottocentesco le cui sembianze si possono ancora vedere nella statua in bronzo che campeggia al centro della piazza stessa.
Altri edifici di interesse a Letojanni sono il Palazzo Durante, vero e proprio castello fatto costruire da Francesco Durante e poi donato alle Suore Missionarie del Sacro Cuore di Gesù; il Palazzo della Cultura, l’ex clinica del professor Francesco Durante, oggi sede di diverse mostre permanenti.
Corso Vittorio Emanuele III è la strada che presenta i principali palazzi nobiliari e dei ricchi possidenti di Letojanni, a partire da Palazzo Silipigni, merlato e in stile neogotico, al cui fianco si trova la chiesa di Sant’Antonio; Palazzo Fleres-Tornatore; Palazzo Garufi; Palazzo Tornatore; Palazzo Mauro; Palazzo Cingari; Palazzo Cacopardo; Palazzo Bucceri


Fiumedinisi
Il patrimonio monumentale di Fiumedinisi è molto ricco, uno dei monumenti più importanti è senza dubbio il Castello Belvedere, situato sulla cima dell’omonimo monte a 743 metri sul livello del mare e per questo visibile da tutta la vallata. Grazie alla sua strategica posizione, in passato permetteva la comunicazione visiva con i castelli di Sant’Alessio Siculo e Scaletta Zanclea. La struttura venne realizzata dai Saraceni nel IX secolo. Con i Normanni fu invece adibita a residenza. Solo dopo il 1900 il castello venne donato al comune.
Un altro monumento molto importante per il paese è il Palazzo della Zecca, costruito nel 1669, periodo florido per il paese grazie all’intensificarsi dell’attività mineraria.
Un’altra tappa che non mancheremo saranno le antiche miniere d’argento del 700 ,un incredibile viaggio nelle viscere della terra tra i meandri tortuosi delle antiche discenderie che conducevano i minatori alle zone di estrazione.


Sant'Alessio Siculo
“U QUARTERI I MENZU”
Dell’ antico quartiere rimangono ormai pochi resti tra i quali degno di nota è il caratteristico Portale risalente al XVIII secolo.
CASA DETTA “DELLE DECIME”
OPERA ALALUNA CREATA DAL MAESTRO SAVOCESE NINO UCCHINO
CASTELLO CAPO SANT’ALESSIO
La costruzione del castello vero e proprio avvenne in epoca Bizantina e venne ribattezzato col nome di un Santo della tradizione greco-ortodossa. Il maniero fungeva da difesa contro le scorrerie degli Arabi nell’ambito delle guerre condotte da Bisanzio contro costoro. Con la nascita dell’Emirato di Sicilia, il promontorio fu noto come Ad Dargah (La Scala).
Con la nascita del Regno di Sicilia, nel XII secolo, furono realizzate significative modifiche strutturali che portarono la fortificazione ad assumere la forma odierna. Nell’atto di donazione con il quale Ruggero II di Sicilia, nel 1117, concesse le terre di Forza d’Agrò al monastero basiliano annesso alla Chiesa dei Santi Pietro e Paolo d’Agrò, compare l’iscrizione “Scala Sancti Alexi” in riferimento al promontorio. Durante il medioevo Forza d’Agrò fu centro di non secondaria importanza, e il territorio della odierna (e allora pressoché inesistente) Sant’Alessio vi apparteneva.
All’inizio del secolo XVIII venne realizzato il bastione triangolare addossato al lato occidentale del muro perimetrale e collegato ai locali inferiori tramite una modesta apertura. Il bastione, anch’esso fondato su roccia, è costituito da un percorso perimetrale, in origine coperto, e da un nucleo interno probabilmente destinato a deposito di munizioni. Lungo i muri perimetrali sono ricavate numerose feritoie, mentre a sud è predisposta una piccola batteria da cannone. Nel complesso edilizio sono riscontrabili diffuse trasformazioni ed addizioni avvenute tra il secolo XVI ed il secolo XIX. E’ancora esistente una cisterna sotterranea con vera circolare in muratura intonacata.


Forza d'Agrò
Castello Normano
La tradizione attribuisce la costruzione dell’ imponente fortezza al Gran Conte Ruggero, tra i secoli XI e XII. La fortezza è arroccata su una rupe nel punto più alto e più inaccessibile della Valle, ad oltre 420 metri sul livello del mare, presumibilmente sui resti di una fortificazione preesistente.
Palazzi Storici
Per distinguersi dal popolino, questi edifici, oggi solo ruderi, iniziano a germogliare tra la fine del 1500 e gli inizi del 900, per intensificarsi tra il 600 e il 700.
Ricopre una posizione predominante il Palazzo Mauro, sorto intorno al 1600, ai piedi del castello; Palazzo Miano, di aspetto possente, si presenta con decori spagnoleggianti; Palazzo Bondì è situato lungo la via principale; Palazzo Garufi; Palazzo Quagliata decora un quartiere benestante; Palazzo Garufimentre la sua forma si presenta snella e armoniosa; Palazzo Crisafulli si affaccia sulla piazza dell’Annunziata; Palazzo Dejoannon, cognome di origine Greca, derivante dal toponimo Joannon dell’isola di Milos.
Borghi di Magghia e Quartarello


Santa Teresa di Riva
Torre Saracena, Torre Avarna, Torre dei Bagghi, Torre Catalmo, Torre Varata Torri di avvistamento risalenti al XVI secolo.
Palazzi signorili: Villa dei Marchesi Carrozza, Villa Crisafulli-Mondio, Palazzo Caminiti, Palazzo D’alcontres-Ilardi, Palazzo Mastroieni-Lo Giudice, Palazzo Pinto, Villino Pelleri, Villino Zappalà, Palazzina Citrica/Atelana
Chiese: S. Maria Di Porto Salvo, Sacra Famiglia, S. Maria Del Carmelo
ELEMENTI ARCHITETTONICI LUNGOMARE: Galassiopea, realizzata nel 1987 dall’artista Nino Ucchino, l’opera è ispirata alla storia dell’uomo che fin dai primordi, su un pezzo di legno scavato, ha cercato, sfidando il mare, terre sconosciute e nuovi spazi vitali. Galassiopea è una sintesi di questa lunga storia di ieri e di oggi. Posta su un basamento è in attesa di volare verso la conquista di nuovi mondi nello spazio infinito dell’Universo. Il Boccavento; il Guerriero, opera realizzata nel 1982 dall’Artista Nino Ucchino; la Sirena.
MONUMENTO AI CADUTI
Il monumento ai caduti di S.Teresa di Riva è a forma piramidale con cinque gradoni che si restringono verso la sommità, su ognuno di esso, lungo i quattro prospetti, sono presenti altrettanti gradini. Alla sommità è posizionata una statua bronzea di un soldato che, rappresentato secondo l’iconografia tradizionale, tiene in mano un fucile e sulle spalle porta uno zaino con dentro tutto l’occorrente per la sopravvivenza in guerra, mentre con il piede destro calpesta una canna di cannone.
PALAZZINA ATELANA
È in stile liberty e venne costruita nel 1920.
VILLA CRISAFULLI- RAGNO PALAZZO DELLA CULTURA
Edificata verso il 1890 dall’antica e facoltosa famiglia savocese dei Crisafulli. È un palazzo signorile con annesso un parco, presenta uno stile neo-classico e sorge al centro della città,
VILLA CARROZZA
Edificata nel 1870 dai Marchesi Carroza, seguendo un progetto acquistato a Parigi, sorge nel quartiere Torrevarata. Ha un piano fuori terra e un piano seminterrato, presenta uno stile liberty; all’interno è riccamente affrescata. È immersa in un parco di circa tremila metri quadrati.
PALAZZATA CAMINITI
Realizzata nel 1850 dai Caminiti, famiglia di possidenti terrieri, è in stile neo-classico, sorge nel quartiere Bucalo. Tra il 1867 e il 1907 fu sede del municipio e della pretura di Santa Teresa di Riva.
VILLA ADELINA
Edificata nel 1878 dal dott. Antonino Caminiti (1836-1897), su progetto dell’Ing. Malandrino di Messina, era originariamente chiamata “casina nobile”, presenta uno stile neoclassico di sapore settecentesco. È tutelata dal vincolo architettonico della Sovrintendenza di Messina.
PALAZZO TORNATOLA – EX MUNICIPIO
Edificio di tre piani ) situato nel centro storico cittadino. Venne costruito nella seconda metà del XIX secolo dal dott. Tornatola da Savoca ed utilizzato come residenza di famiglia.
PALAZZO D’ALCONTRES – ILARDI
Palazzo D’Alcontres-Ilardi. È del 1843, sorge nel quartiere Porto Salvo. È di fattura prettamente ottocentesca e, presenta nel mezzo della facciata un grande portale d’ingresso ad arco decorato con pietre bugnate. Venne edificato accanto alla vecchia chiesetta del 1765 di S.Maria di Portosalvo.
PALAZZO SCARCELLA
Palazzo Scarcella. Antico casale di campagna, sorge nei pressi della frazione San Gaetano. Venne edificato verso il 1740. È stato lasciato per decenni in stato di completo abbandono
ANTICHI POZZI
Nel quartiere Bùcalo, in via Fiorentino, sono presenti alcuni antichi pozzi ed un acquedotto del secolo XIX. Nella parte alta del quartiere Sparagonà esistono tre agglomerati di case, attraversati da un vicolo stretto, risalenti alla metà del secolo XIX. Degni di nota sono anche l’antico centro storico della frazione Misserio e la piccola e panoramica frazione di Fautarì. Caratteristico è il quartiere del Macello, oggi chiamato Borgo Marino, di chiara origine ottocentesca, si trova quasi nel centro del paese ed è caratterizzato dagli stretti vicoli che si intersecano ad angolo retto e dalle antiche abitazioni, abitate un tempo dai pescatori “sciabbacoti”


Mongiuffi Melia
Da visitare: Palazzo Corvaja, palazzo del Marchesato del 1640 che ospitò i 14 Marchesi che si sono succeduti fino al 1903. Lasciando Melia si riprende la Provinciale 11 verso Mongiuffi e dopo aver attraversato un ponte ad archi si raggiunge il vecchio insediamento greco di Lampeli “piccola luce” dove si possono visitare i ruderi di un’antica Chiesa dedicata a San Rocco e costruita sul tempio pagano della ninfa Flora “Dea della Primavera”. Dopo alcuni tornanti ecco Mongiuffi “Cocuzzolo Solitario” piccolo borgo immerso nel verde della collina di Kaiti. Ruderi acquedotto greco-romano del sec III a.C., Quaddara u’ Drau sentiero turistico in c.da Uttara.


Alì Superiore
Palazzo della famiglia Maggiore
Si erge nel centro abitato, nelle vicinanze della chiesa dello Spirito Santo. È un interessante esempio di manierismo michelangiolesco.
Sulla facciata, risalta il mascherone sormontato dallo stemma nobiliare dei Maggiore; il balcone del piano nobile con ringhiera panciuta in ferro battuto sostenuto da tre mensoloni, e sotto il cornicione del tetto, i quattro gocciolatoi forgiati a immagine di figure mostruose.
Palazzo della famiglia Fama
Il Palazzo della Famiglia Fama è costruito su due livelli, con un portale a bugne quadrate, dal quale si accede in un ampio androne. Il retrostante cortile interno è abbellito al centro da una fontana artistica.
Nizza di Sicilia
Resti del Castello d’Alcontres: costruito tra il 1583 e il 1627, fu occupato dai messinesi il 7 agosto 1674, durante la rivolta di Messina, nella quale si contrapposero le fazioni dei Merli e dei Malvizzi, e riconquistato da don Luigi Moncada, nobile fiumedinisano, con l’aiuto dei suoi compaesani e degli spagnoli. Il 28 agosto 1718 fu presidiato da un distaccamento spagnolo con sette cannoni, che doveva difendere l’allora Marina di Roccalumera dalle navi savoiarde.
Monumento ai caduti, opera dello scultore Giuseppe Ucchino.
Busto del Col. Giovanni Interdonato, opera dello scultore Alfio Busà.
Busto dell’avv. Francesco Felice Romeo, opera dello scultore Enzo Florio.
Alì Terme
In Alì Terme il patrimonio archeologico è molto esiguo, in quanto la formazione del Comune risale ad epoca recente. Invece, ciò che rimane del patrimonio archeologico di Alì Terme è l’antica Torre Medievale, chiamata da alcuni Saracena. Situata quasi a picco nel capo di Alì, sul lato nord, la Torre, dalla struttura circolare, fu costruita nel Medioevo, intorno al 1600, per avvisare gli abitanti del vicino paese dell’arrivo dei pirati, che ancora in quei tempi impestavano i nostri mari.
Per quanto riguarda gli edifici di culto, in passato esistevano molte Chiese e molte Cappelle, a testimonianza della grande devozione degli Aliesi per i Santi. Oggi, purtroppo, a causa dei terremoti, delle guerre mondiali e, prima, dei continui saccheggi dei pirati, solo poche di queste rimangono ancora in piedi. Una delle Chiese più importanti di Alì Terme è la Chiesa di San Rocco, che risale al 1700.